Di Michela Scomazzon Galdi

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Il colore è il tasto. L’occhio il martelletto.

L’anima è un pianoforte con molte corde.

L’artista è la mano che, toccando questo

o quel tasto, fa vibrare l’anima

(Wassily Kandisnsky)

 

Nel mio articolo di febbraio per la mia rubrica “Cultura a colori” avete trovato una piccola sorpresa: invece di un libro, vi ho consigliato un film (“Un giorno di pioggia a New York” di Woody Allen). Questo mese abbiamo quindi “abbandonato” (ma solo temporaneamente!) la letteratura per la “settima arte”.

Il cinema nasce alla fine del XIX secolo e nasce in bianco e nero.

L’avvento del colore nel cinema (in Italia nei primi anni ’50, in seguito agli esperimenti di successo oltre-oceano), ha rappresentato una grande rivoluzione e l’uso del colore è diventato uno strumento narrativo di fondamentale importanza. Già nel 1910, Wassily Kandinsky nel suo libro “Lo spirituale nell’arte” aveva definito la sua teoria del colore, spiegando che il colore agisce su 2 livelli: fisico (l’impatto del colore sulla retina, la concreta sensazione visiva) e psichico (i colori caldi si avvicinano allo spettatore, quelli freddi e scuri si allontano ma entrambi hanno un impatto sulla nostra psiche). Oggi, quasi tutti siamo consapevoli che i colori possono influenzare stati d’animo ed emozioni: ed è proprio quello che fanno anche i registi.  Quante volte ci siamo accorti che in un film che stiamo guardando si ripete spesso un colore? La composizione di ogni fotogramma è infatti studiata nel dettaglio per colpire il subconscio dello spettatore e, anche attraverso il colore, provocare una specifica emozione: gioia, tranquillità, ansia, paura o, addirittura, noia.

A livello visivo i colori giocano un ruolo essenziale e sono importanti quanto le espressioni e la gestualità degli attori (non a caso, prima dell’avvento del colore, il trucco era molto importante per evidenziare i lineamenti del viso e la mimica facciale). La scelta di un colore esprime l’estetica o i gusti del regista ma va sempre tenuto presente che non ogni colore può evocare le stesse sensazioni in noi spettatori: il rosso ad esempio, può esprimere rabbia, dolore, morte ma anche amore e passione; il giallo evoca pensieri positivi e felici; l’arancione è spesso utilizzato per atmosfere esotiche ma anche per descrivere straniamento e spaesamento; il significato del verde cambia rispetto all’ambiente nel quale è inserito; il viola è utilizzato per esprimere mistero, ambiguità, magia; il nero esprime abbandono, rifiuto, paura…

Spesso, il colore è “protagonista” anche nei titoli dei film: può indicare un oggetto, descrivere un’ambientazione, un luogo, un’atmosfera, uno stato d’animo ed a volte, indicare il titolo di una canzone famosa utilizzata nella colonna sonora.

Tra i numerosi titoli di film che contengono un colore, vi ricordo il delizioso La Pantera Rosa (1963, di Blake Edwards), dal nome del diamante rosa dall’inestimabile valore al quale dà la caccia il maldestro ispettore Closeau; 4 mosche di velluto grigio (1971), un famoso giallo di Dario Argento; Black Sunday (1977, di John Frankeheimer), dal nome di “Settembre nero”, organizzazione terroristica palestinese; Il colore viola (1985, di Steven Spielberg), quello degli sterminati campi di lavanda dove 2 sorelle afromaericane ritrovano il sorriso; Green Card (1990, di Peter Weir), titolo che indica il permesso di soggiorno senza il quale gli stranieri non possono vivere né lavorare negli USA;  Il miglio verde ( 1999, di Frank Darabont),  tratto dall’omonimo libro di Stephen King, dal colore del pavimento che conduce alla sedia elettrica i condannati a morte; La lettera scarlatta (1995, di Roland Joffè), tratto dal romanzo di Nathaniel Hawthorne, che indica il marchio d’infamia portato sul petto dalle adultere; La sottile linea rossa (1998, di Terrence Malick), linea che rappresenta il confine che divide i fucilieri americani dai soldati giapponesi.

 

 

Dopo il rosa, il grigio, il nero, il viola, il verde, il rosso, arriviamo al blu, il colore guida di questo mese per Sognosoloacolori, del quale vi parlerò il 6 febbraio. E tu, che titoli di film conosci che contengono un colore?

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Michela Scomazzon Galdi

Mi chiamo Michela e mi occupo di comunicazione e uffici stampa nel settore culturale perché credo che la cultura, oltre a donare bellezza, possa contribuire al dialogo interculturale e alla pace.

Promuovo e comunico i tuoi eventi culturali, rendendoli unici attraverso il fascino dei colori.