Sono Alessandra Mura e mi occupo di illustrazione.
I miei personaggi sorridenti e paffutelli nascono nel laboratorio nel verde, il casale dove vivo e lavoro, immerso nella macchia mediterranea e affaciato sul mare magico della mia terra, la Sardegna.
Portano in giro per il mondo messaggi di rispetto e inclusione, celebrando l’unicità di ogni bambino e bambina.
La Bottega della Strega è il mio progetto creativo che a piccoli passi si sta trasformando in piccolo brand e di cui vado molto orgogliosa.
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Storia di un tutù rosso
Il rosso è il colore dell’amore, della passione, dell’energia in continuo movimento.
Oggi ti racconto una storia di donne che rappresentano perfettamente il significato di questo colore.
Siamo negli anni ’60 e la Compagnia Nazionale del Balletto di Praga arriva in Italia per una tournée; tra le componenti del corpo di ballo c’è
Jaguse Vrankova, una giovane ballerina con un grande talento e un carattere tenace.
Gli spettacoli hanno molto successo, tanto che diversi teatri italiani chiedono nuove date, ma il regime impone ai ballerini di tornare in patria.
Jaguse non “risponde agli ordini”, lascia la compagnia e resta in Italia cominciando una nuova e rocambolesca vita degna di un romanzo di avventura. Il destino la fa sbarcare in Sardegna dove fonda la prima scuola di danza classica dell’isola.
Balla fino all’ètà di 80 anni, e il suo coraggio e il suo talento arrivano a noi anche grazie alla nipote Korin Podesva, meravigliosa ballerina, insegnante e coreografa che continua a diffondere l’arte tramandata dalla nonna, che le lascia in eredità un talento straordinario e una serie di costumi di scena meravigliosi, tra cui un magico tutù rosso.
Il loro legame è fortissimo e anche oggi che Jaguse non c’è più, la nipote riesce a farla rivivere ogni volta che porta in scena uno spettacolo. C’è un invisibile filo rosso che continua a tenerle unite, fatto di energia, cuori pulsanti, di un amore che va oltre il tempo e lo spazio, e che quel tutù rosso simboleggia alla perfezione.
Ed è proprio mentre assisto ad un balletto di Korin che nasce il mio personaggio della Ballerina Cicciotta.
All’apertura del sipario, in prima fila spicca una ballerina dal fisico decisamente più rotondo rispetto ai canoni che la danza ci ha abituato a vedere.
È bastato che partisse la musica per capire che nonostante la fisicità “diversa” dal resto del corpo di ballo, quella ragazza aveva una passione, un talento e un’energia che andavano decisamente oltre i kg “di troppo”, e che quel posto in prima fila era strameritato.
Mi sono goduta la serata, apprezzandola ancora di più proprio per quella insolita scelta, e rientrando a casa mi sono chiesta quante Ballerine Cicciotte ci fossero in giro, con una voglia matta di danzare repressa e rinchiusa dentro inutili stereotipi.
Ho pensato alla quotidianità delle bambine rotondette, con le gambette goffe o i rotolini sui fianchi, e al fatto che debbano scontrarsi costantemente con una società che bada più all’apparenza che alla sostanza, dove il “diverso” viene additato anzichè apprezzarne l’unicità, e con la triste mentalità diffusa che esclude invece di includere.
La Ballerina era già comparsa tra le mie illustrazioni, ma dopo quello spettacolo e tutte le riflessioni che mi ha portato a fare, ho voluto riprendere in mano i disegni e affidarle un messaggio da portare in giro per il mondo.
Il personaggio della Ballerina Cicciotta è dedicato a tutte quelle bambine che si sentono a disagio a causa del loro aspetto, e ha un progetto ambizioso: la speranza che si riconoscano nei miei disegni, e che questo le sproni a ballare e a fare tutto ciò che le rende felici, a dispetto di qualsiasi stereotipo o condizionamento, a lavorare sull’autostima e la gentilezza, che va praticata prima di tutto su sè stesse.
Concludo con le parole della nostra brand creator Michela Bellomo:
“Dobbiamo lavorare sulla nostra autostima, credere in noi e nella nostra bellezza, interiore ed esteriore”
Immagini dal profilo facebook di @korinpodesva