Di Roberta Cibeu

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Mi presento: sono Roberta Cibeu, la custode dei brand Mostri113 e c’eraunaSvoltaLAB. Mi occupo di artigianato, fotografia, grafica digitale e illustrazione. Utilizzo queste tecniche per creare manufatti personalizzati e unici, che lasciano il segno nella vita delle persone.

Nel progetto Sognosoloacolori tratterò di artigianato e di arte e gestirò la mia rubrica “giocare con i colori”.

Ho scelto questo tema perché da mamma e da creativa la dimensione del gioco è non solo un’attività che fa parte della mia quotidianità, ma il vero e proprio alimento di cui devo nutrirmi per trovare nuove idee e per avvicinarmi in modo empatico ai miei clienti.

Il gioco è un bisogno

Trovo davvero illuminante la definizione di gioco secondo il vocabolario della lingua italiana: “qualsiasi esercizio, singolo o collettivo, cui si dedichino bambini o adulti per passatempo o svago o per ritemprare le energie fisiche e spirituali“. Insomma, sembra proprio che il gioco sia un’attività indispensabile a ogni età, anche se per i bambini si tratta proprio di un bisogno primario che, se non soddisfatto, può essere causa di un vero e proprio ritardo dello sviluppo.

Durante l’infanzia il gioco è l’attività principale del bambino: attraverso il gioco egli impara a conoscere il mondo. Potrà imparare a gestire non solo le dinamiche che lo regolano e le leggi fisiche dell’ambiente che lo circondano, ma anche il modo più efficace per gestire i rapporti con il prossimo e le sue stesse emozioni.

Il gioco è una cosa seria!

Il gioco ha la funzione di portare non solo piacere e appagamento nelle nostre vite, ma anche insegnamento e arricchimento di nuove energie.

Johan Huizinga spiega così il gioco: “Secondo alcuni l’essere umano, giocando, ubbidisce a un gusto innato d’imitazione. Oppure soddisfa a un bisogno di rilassamento. O fa un esercizio preparatorio alla grave operosità che la vita esigerà da lui. O ancora il gioco gli serve da allenamento per l’autocontrollo. Altri ancora ne cercano il principio in un connaturato bisogno di causare o di essere capace di qualche cosa, o nell’ansia di dominare, o in quella di concorrere. Altri ancora considerano il gioco come un’innocua evacuazione di istinti nocivi, o come un necessario complemento di un’attività troppo unilaterale, o come l’appagamento, con una finzione, di desideri in realtà inappagabili e, in quanto tale, capace di conservale il senso della personalità. Si potrebbe assai bene accettare tutte le suesposte spiegazioni una accanto all’altra, senza con ciò incorrere in un’imbarazzante confusione d’idee. Ne consegue che tutte sono spiegazioni soltanto parziali.”

Io e i bottoni

Partendo dal presupposto, quindi, che giocare sia un bisogno primario e che la sua funzione sia estremamente importante, mi piacerebbe condividere un po’ della mia visione giocosa del mondo proponendovi un’attività divertente ispirata al colore di questo mese: il lavanda.

Non so voi, ma io, fin da piccolina, ho amato i bottoni. Non li ho mai visti come semplici bottoni: per me erano dei veri e propri tesori che avevo l’onore di poter toccare e collezionare. Quando mia madre mi ha lasciata, ho avuto la fortuna di ereditare da lei una grossa scatola piena di bottoni, pazientemente suddivisi per forma e per colore. Conservo quella scatola come un tesoro prezioso.

Giocare con i bottoni

Ci sono molte attività da fare con dei semplici bottoni, ognuna adatta a età diverse. Sceglietene tanti, di diverse grandezze e tonalità del viola, dalla più chiara alla più scura.

Per i più piccini sarà molto stimolante già solo il gioco di raccogliergli dal tavolo con le loro dita cicciottelle. Naturalmente, essendo i bimbi portati a metter tutto in bocca, è fondamentale che siano affiancati in questo gioco da un adulto, che vigili su di loro durante l’attività.

I bimbi più grandi potrebbero trovare molto divertente la sfida di raccoglierli con i bastoncini da sushi. Un’altra attività divertente è quella di creare un disegno attaccando i bottoni su di un cartoncino.

I ragazzini, invece, si divertiranno infilando i bottoni per creare collane e bracciali da indossare.

Ci sono decine e decine di attività da fare con i bottoni: anche il semplice imparare a cucirli può rappresentare una grande conquista per un bambino. Una volta cuciti su pezze di stoffa, possono diventare piccoli quadri o dei semplici regali da fare ai parenti per Natale.

Arte e bottoni

C’è chi con i bottoni crea vera e propria gioielleria artistica, come la mia corregionale Chiara Trentin che ha così definito le sue opere: “aggregazioni indossabili di bottoni” (https://chimajarno.com). Potreste trovare ispirazione nei suoi lavori.

Io stessa uso i bottoni come occhi per i miei pupazzi mangiapaure, che potete vedere qui: https://www.mostri113.com/come-si-usano/

mangiapigrizia_mostri113

Nei prossimi post parlerò di molte altre attività ludiche, di progetti interessanti che usano il gioco in modo alternativo e di giochi educativi innovativi che merita davvero scoprire.

“È nel giocare e soltanto mentre gioca che l’individuo, bambino o adulto, è in grado di essere creativo e di fare uso dell’intera personalità, ed è solo nell’essere creativo che l’individuo scopre il sé.” 

Donald Woods Winnicott

 

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Roberta Cibeu

Sono la custode dei brand Mostri113 e c’eraunaSvoltaLAB. Mi occupo di artigianato, fotografia,
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lasciano il segno nella vita delle persone. Ogni mio pezzo racconta una storia unica e speciale:
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