Di Lucrezia Centonze
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Devo essere sincera, con l’arancione ho un sano rapporto di amore ed odio. Per anni l’ho avuto su tutte le pareti corte di casa, abbinato a un lilla su quelle lunghe, in ogni stanza, eccetto la camera da letto, il che vi dà l’idea di quanto io ami i colori (e anche di quanto in molti abbiano avuto da ridire sull’abbinamento da me scelto), e ancora oggi, che invece le pareti si sono trasformate in bianco e azzurro carta da zucchero, il mio frigorifero è di un bell’arancione acceso, re indiscusso della mia cucina.
Però non sono mai riuscita ad indossarlo per esempio, non riesco a comprare nemmeno le magliette per il mio bambino, non lo sceglierei per i miei mille quaderni ed agende né tantomeno per borse ed accessori ed anche con i fiori non sempre ottengo i risultati che amo.
I fiori arancioni che mi piacciono e che uso sono già pochi e generalmente virano verso il pesca o l’albicocca soprattutto per quanto riguarda le rose o i tulipani e solo di tanto in tanto scelgo l’arancione puro dell’ornitogallo.
Non amo il lilium, la zinnia, la calendula e il tagete né tantomeno la strelitzia nonostante il loro colore sarebbe stato perfetto per l’articolo di questo mese, ma nel caso del lilium mi sarebbe sembrato troppo inflazionato, la zinnia e il tagete sono proprio bruttini, la calendula è banale e la strelitzia sembra più un uccello che un fiore!
Però, però, però… dovendo trovare un fiore che non solo potesse essere associato al colore del mese ma fosse anche adatto alla nuova idea del challenge creato da Michela, ho pensato alla zantedeschia.
È vero che in natura esiste solo bianca ma è stata ibridata ottenendo delle tonalità arancioni che a mio avviso sono meravigliose, ricordano il sole al crepuscolo, le caramelle con sopra lo zuccherino frizzante che compravo in estate, le guance dei bambini accaldati dopo una corsa.
Mi piace usarle in autunno, in grandi bouquet, come quello che potete vedere nella foto che apre questo articolo, abbinate a rose cream, rose orange crush, dianthus nelle varie sfumature calde e foglie di quercia per portare un po’ di calore nelle prime giornate fresche che sanno di nostalgia della bella stagione, quando i raggi del sole si fanno più deboli e c’è bisogno di viziarsi un po’. È il colore caldo per eccellenza e riesce a rallegrare anche gli animi più gelidi!
Tutti la conoscerete con il nome comune Calla che forse è anche più adatto, derivando dal greco καλός (kalós) che significa bello e che pertanto le si adatta perfettamente, Zantedeschia invece deriva dal nome dello scienziato, medico e botanico italiano, Francesco Zantedeschi che la introdusse in Europa nel 1731.
La Calla fa parte della famiglia delle araceae, nasce e cresce spontaneamente in Africa e nei suoi territori natii viene chiamata Giglio del Nilo.
A lei vengono associate diverse leggende: quella greca sostiene che Era, la dea del matrimonio, perse alcune gocce di latte dal suo seno, queste cadendo sulla terra fecero nascere la prima calla, mentre altre, spruzzate verso il cielo crearono la via Lattea. Secondo la cultura della Grecia classica, perciò, la calla risulta essere simbolo indiscusso di femminilità e prosperità.
I romani invece, davano maggior rilevanza al suo significato erotico e sensuale, probabilmente dovuto alla forma dello spadice che si può vedere all’interno del fiore, che veniva interpretato come simbolo fallico e che perciò richiamava ad un’idea di mascolinità e virilità. Pare che Venere, maledisse il fiore per la sua eccessiva bellezza e per colpa della sua maledizione, si creò lo spadice al centro del fiore affinché risultasse più brutto e sgraziato.
Secondo la religione cristiana, la zantedeschia rimanda in generale alla bellezza, alla purezza ed alla perfezione, ma diventa anche il fiore di chi ha lasciato prematuramente la vita, come si può vedere da alcune incisioni su lapidi commemorative o su affreschi di Chiese ed edifici religiosi.
Se per i Greci fu Era a far sì che il fiore nascesse, alcune leggende più vicine a noi, sostengono che nacque grazie alle lacrime di Eva, cacciata dal Paradiso Terrestre.
Anche nel linguaggio dei fiori pertanto i suoi significati sono la purezza, la bellezza, l’erotismo, la sensualità e la fertilità.
Per quanto io abbia imparato ad amare la calla, soprattutto dopo averne scoperta l’infinita varietà di colori, di cui vi offro una piccola parte preferisco non utilizzare quella bianca per i matrimoni, a meno che naturalmente la sposa non sia particolarmente affezionata a questo fiore, perché rimane un po’ troppo rigido facendo perdere quel senso di romanticismo che solo altre forme riescono a dare in certe occasioni.
In ultimo, siccome questi fiori sono bellissimi anche in vaso vi lascio qualche indicazione interessante nel caso vi venisse voglia di aggiungere delle zantedeschie nei vostri giardini e terrazzi.
Esigenze ambientali, substrato, concimazioni ed accorgimenti particolari
Temperatura: la temperatura minima invernale varia a seconda delle specie. 5 °C per Z. aethiopica; 8-10 °C per Z. rehmannii; 10-12 °C per Z. elliottiana e Z. pentlandii. Z. aethiopica può essere indotta a una fioritura precoce, mantenendo la temperatura a 10-12 °C.
Luce: posizione luminosa, al riparo dai raggi diretti del sole.
Annaffiature e umidità ambientale: aumentare gradualmente le annaffiature dal momento della messa in vegetazione, avendo cura di mantenere il terreno sempre bagnato, fino ad arrivare ad annaffiare abbondantemente nel pieno del periodo vegetativo, utilizzando sottovasi profondi che dovranno essere tenuti sempre pieni di acqua. Ridurre gradualmente le annaffiature quando i fiori e le foglie cominciano ad ingiallire e ad appassire, fino a sospenderle del tutto, in estate.
Substrato: un buon terriccio fertile a base di terra di foglie e torba, con aggiunta di sabbia.
Concimazioni ed accorgimenti particolari: Z. aethiopica si rinvasa in settembre (visto che ha una fioritura precoce); mentre per le altre specie si procede a febbraio. I rizomi si piantano a circa 5 cm. di profondità, in vasi di 15-20 cm. di diametro. Somministrare concime liquido una volta alla settimana nel periodo che va dalla comparsa dei boccioli fiorali al termine della fioritura. Alla fine della fioritura, quando le foglie cominciano ad ingiallire si interrompono le annaffiature e si lasciano i rizomi a riposo nel vaso o si levano dal terreno e si conservano in un luogo fresco e asciutto per almeno due mesi. A settembre si ripianteranno avendo cura di dividerli se non si vogliono ottenere esemplari troppo grandi.
Moltiplicazione: si possono ottenere nuovi esemplari al momento del rinvaso (autunno per Z. aethiopica e gennaio-febbraio per le altre specie) per divisione dei rizomi (facendo attenzione che ogni porzione presenti una o due gemme) o per separazione dei germogli che dovranno essere ripiantati immediatamente in vasi riempiti della stessa composta usata per le piante adulte.
Malattie, parassiti e avversità
– Se la temperatura durante il periodo di riposo è troppo bassa, le piante possono non riprendersi.
– Un terreno eccessivamente secco ritarda la ripresa vegetativa.
– Cocciniglie cotonose: possono attaccare le piante, specie in presenza di clima caldo e secco. Bisogna asportarle, trattare la pianta con un prodotto anticoccidico ed elevare il tasso di umidità ambientale (le spruzzature e i lavaggi fogliari permettono di eliminare le cocciniglie allo stato larvale). In alternativa al prodotto chimico, si possono strofinare le parti colpite con un batuffolo di cotone bagnato con acqua e alcool.
– Ragnetto rosso: acaro che si sviluppa facilmente in ambienti caldi e secchi. Si manifesta con la comparsa di ragnatele scure sulla pagina inferiore delle foglie. Se ne può prevenire la comparsa spruzzando le foglie e mantenendo alta l’umidità ambientale (ad esempio ponendo la pianta su una terrina riempita di ciottoli tenuti sempre bagnati, facendo attenzione che l’acqua non raggiunga mai il fondo del vaso). Si combatte con prodotti acaricidi.
Al prossimo colore!
Lucrezia Centonze
Sono una fioraia door-to-door. Porta dopo porta consegno i miei fiori in tutta Milano, che sia un semplice bouquet, le consegne settimanali di “Cada semana una flor” o le mie “Colazioni fiorite”, che si tratti di una piccola festa in famiglia o di un grande matrimonio sfarzoso.
Come diceva Dante Alighieri, “tre cose ci sono rimaste del paradiso: le stelle, i fiori e i bambini” … alzate lo sguardo per trovare le stelle, circondatevi dei vostri bambini e per i fiori … ci penso io.
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