Di Fabiana Pozzi

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Non conosco un colore più pieno del rosso. Dentro il rosso vivono e si agitano moltitudini di colori: ocra, vermiglio, cinabro, cardinale, cremisì, carminio, ciliegia, scarlatto, fragola, ceralacca, corallo, porpora, fucsia, ferrari, pompeiano, persia, fuoco, sangue, rubino, bordeaux, pomodoro, vinaccia, magenta, melograno, ruggine. Il cielo quando è azzurro è vasto, ma quando è pieno del rosso di un’alba o un tramonto lo è ancora di più.
(Fabrizio Caramagna)

Il rosso è un colore che mi fa venire in mente un sacco di collegamenti:
penso ad una rosa, al colore di cui si dipinge il cielo durante il tramonto, al vestito di una donna sensuale, ma anche al sangue che scorre e alla lava di un vulcano che erutta.
Il rosso mi fa anche venire in mente il personaggio di un film-cartone della Pixar che spero tu abbia visto: Inside Out. Te lo ricordi? Ti rinfresco subito le idee!

 

Foto di popcorntv.it

 

Beh sì, immagino proprio tu l’abbia riconosciuto.
Lui era il personaggio che rappresentava l’emozione della Rabbia unitamente ad altri 4 personaggi che nell’ordine esprimevano Gioia, Tristezza, Paura e Disgusto.
Ho amato questo film soprattutto per la sua capacità di trattare un tema così importante, quello delle emozioni, attraverso 5 personaggi buffi e simpatici.

“Le emozioni sono mute, ma hanno colori meravigliosi.”
(Frederick Carl Frieseke)

 

Come trattare con le emozioni

Buona parte delle difficoltà che ci troviamo a gestire o dei problemi per i quali vogliamo trovare soluzione nasce proprio da un disequilibrio emozionale.
La stessa considerazione può essere estesa anche alle malattie fisiche che, per esempio, secondo il Dottor Bach non sono altro che lo sfogo che il corpo manifesta come conseguenza di un disequilibrio nato tempo prima a livello emozionale.
Dunque le emozioni ritornano in molti dei nostri disagi sembrerebbe come origine degli stessi. Ma quindi possono considerarsi come qualcosa di negativo?
In realtà le emozioni non sono né positive né negative; il connotato e l’etichetta la diamo noi in base a come scegliamo di reagire di fronte ad una specifica emozione.
Se per esempio riteniamo che quando una persona alza il tono della voce è sicuramente perché è arrabbiata come conseguenza ad una nostra convinzione limitante e questo ci fa stare male, per noi la rabbia è assolutamente da considerarsi negativa.
Se al contrario quando siamo arrabbiati ci rendiamo conto che percepiamo molta più energia nel corpo e questo ci consente di fare molto di più di quello che facciamo solitamente, la rabbia per noi sarà un ottimo stimolo proattivo.

 

Photo by Sérgio Rola

 

A cosa servono?

Ma all’atto pratico le emozioni a cosa servono?
Una domanda del genere ci sta, è legittima, tanto più che se tendiamo a dare a queste benedette emozioni un connotato puramente negativo questa domanda risulta ancora più naturale farsela. Per riuscire a darti una risposta è utile che io ti menzioni l’origine etimologica della parola EMOZIONE.

La parola deriva dal latino EXMOVERE che significa

TRASPORTARE FUORI, SMUOVERE

Nello specifico si tratta di una manifestazione fisica, legata alla percezione di un evento che si verifica nell’ambiente (esterno) o nella nostra mente (interno).
Più semplicemente: quando accade qualcosa nell’ambiente che ci circonda o al nostro interno, la mente tende a dare un significato a quel qualcosa, interpretandolo sulla base della nostra mappa. E quel significato ci farà stare più o meno bene, generando a livello corporeo una sensazioni fisica ed un’emozione strettamente connessa.
Questo ci porta a dire che non passa giorno senza che proviamo emozioni e sensazioni.
E per rispondere alla domanda posta all’inizio di questo paragrafo, le emozioni hanno un ruolo determinante nelle nostre giornate.

Tra le funzioni principali ne riconosco due in primis:
– segnalarci ciò che è giusto e ciò che non è giusto per noi, mettendoci in guardia se serve
– comunicare agli altri il nostro stato d’animo

 

E la rabbia?

 


Foto tratta dal sito www.cinematografo.it

 

Scommetto che questa foto ti permette di entrare ancora meglio a contatto con questa emozione che, a livello fisico, può generare aumento delle palpitazioni, battito accelerato, sudorazione e altri sintomi simili.
La rabbia è un’emozione primordiale determinata dall’istinto di difendersi e di difendere il proprio territorio. Si attiva spesso quando subiamo un’invasione di campo e qualcuno o qualcosa di non previsto entra nei nostri confini senza chiedere il permesso di farlo.

Come ti sentiresti tu se qualcuno entrasse nel tuo giardino senza suonare il campanello? Qual è l’emozione che pensi potresti provare quasi istantaneamente?
Ma di per sé quell’emozione di rabbia, come ti dicevo prima, non è negativa; è piuttosto come la usi, come la esprimi, cosa ne fai che potrebbe risultare non funzionale per te e nemmeno per chi ti incontra in quel momento.

Ecco quindi cosa potrebbe essere utile fare in quei momenti:
1. riconosci il tipo di emozione e attribuiscile un nome. Questo ti permetterà di sapere subito se si tratta di rabbia, paura o tristezza e di prepararti anche in modo differente per la sua gestione
2. permettiti di viverla senza giudicarla dannosa o negativa
3. lasciala fluire senza tarparla pensando di essere giudicata
4. prova a guardare la situazione che l’ha generata dall’esterno, come se fossi un osservatore che la guarda dall’alto senza esserne coinvolto. Cosa cambia?

Ero arrabbiato con il mio amico. Glielo dissi e la rabbia finì. Ero arrabbiato con il nemico. Non ne parlai, e la rabbia aumentò.
(William Blake)

Photo di copertina by Christian Chen

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Fabiana Pozzi

Mi chiamo Fabiana Pozzi e in ambito professionale amo definirmi una Creatrice di leggerezza.

Lavoro con le donne che hanno voglia di riconnettersi con la propria Unicità, di ritrovare il proprio spazio e di riscoprire il proprio equilibrio per assaporare leggerezza nella Vita di tutti i giorni.

Lo faccio attraverso un approccio completo che unisce Counseling, Fiori di Bach e Flower Massage perché ritengo che il benessere nasca dall’integrazione tra Mente, Anima e Corpo.