Di Simonetta Viazzi

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Chiedi a un bambino di disegnarti un albero e poi di colorarlo: sicuramente colorerà la chioma di un bel verde scuro mentre tronco e rami diventeranno marroni. Ma sono certa che anche tu, adulta, se disegni un albero, colorerai il tronco di marrone.

In realtà il tronco degli alberi non è propriamente marrone: alcuni alberi hanno tronchi biancastri come le betulle, altri hanno sfumature di grigio, altri ancora sono color ocra ma il classico marrone non lo si vede proprio in natura.

Il marrone è un colore caldo, che dà un senso di protezione, di calore, di conforto. Pensa di essere in montagna, con fuori la neve, mentre tu stai al calduccio in una baita in legno con un bel fuoco acceso? Cosa c’è di più confortevole di questa immagine?

Associare il colore marrone all’albero mi è venuto automatico: io con gli alberi, o meglio con un loro sottoprodotto, lavoro tutti i giorni. E tutti, ogni giorno, abbiamo a che fare con questo materiale e nonostante ormai la maggior parte della carta è prodotta attraverso il riciclo, molti alberi vengono ancora abbattuti per questo scopo. Troppi, forse…

Perché diciamolo pure, siamo in un’epoca dove la tecnologia la fa da padrone ma quando entriamo in banca, negli uffici comunali, a scuola usiamo ancora troppa carta, carta che dopo poco tempo buttiamo.

E allora cosa possiamo fare? E nello specifico io che la uso per lavoro cosa posso fare?

Tutti noi possiamo iniziare

  • riciclando correttamente la carta nella raccolta differenziata: ricordati che se è sporca come i cartoni della pizza la devi mettere nell’indifferenziato
  • se stampiamo un foglio e poi non ci serve più, prima di buttarlo utilizziamo il retro per degli appunti o la lista della spesa
  • se compriamo riviste, prima di buttarle proviamo a pensare se c’è qualcuno a cui possiamo regalarle, magari qualche associazione o casa di riposo
  • se acquistiamo quotidiani ricordiamoci che possiamo usarli per pulire i vetri
  • se fai decluttering dei tuoi libri e alcuni non ti interessano più puoi sempre provare a venderli online, nei mercatini dell’usato o donarli a biblioteche o negli scambialibri

Cosa posso e soprattutto cosa faccio io

  • non butto via nessun ritaglio che conservo invece suddiviso per colore e posso così usarlo per piccole decorazioni o quando faccio i laboratori al centro estivo con i bimbi piccoli
  • non butto neanche i ritagli più piccini: quelli li conservo in piccoli contenitori, sempre suddivisi per colore, e d’estate mi diverto a fare le bombe di semi che poi regalo alle mie clienti
  • vuoi da me un packaging super bello? Eh no mi dispiace riciclo anche quello, riutilizzando scatoloni che ricevo con i miei acquisti personali o recupero dalla vicina farmacia, cartoni puliti che loro eliminano (quelli della Tachipirina sono il top!)
  • mentre all’inizio della mia attività compravo carta in continuo, con il risultato poi di non usarla o di comprare quella che poi non mi serviva realmente, ora (tolte alcune scorte di carte base) compro al bisogno
  • in ultimo cerco tra i vari fornitori carte che rispettano certi standard e che hanno un approccio verso il riciclo e la salvaguardia dell’ambiente molto alto

Carte da mangiare

In questa ottica tra le mie carte preferite c’è proprio una carta marrone, di un bel colore caldo, caldo come una tazza di caffè fumante.

Ho usato proprio questa immagine del caffè fumante perché questa carta è fatta con gli scarti della lavorazione del caffè. E vi assicuro, non si sente il profumo, ma al tatto io ho la sensazione di sentire la polvere del caffè che uso per la moka.

È una carta che uso spesso nei miei lavori, sia come base che per le parti decorative: è la carta Crush della Favini. E non esiste solo la versione Caffè nel colore marrone ma anche il delicato colore degli Agrumi, dell’Uva e del Mais, il verde dell’Oliva, i marroni più chiari della Mandorla, della Nocciola e del Cacao, il rosso della Ciliegia, l’indaco della Lavanda, e l’ultimo arrivato il nero della Noce di cocco.

Queste carte contengono fino al 15% dei residui della lavorazione industriale di questi prodotti alimentari, mentre il 40% è comunque carta riciclata e la cellulosa arriva da foreste correttamente gestite per questo scopo.

La Crush Caffè in particolare è stata protagonista del progetto CirCo (Circular Coffee) con lo scopo preciso di valorizzare un sottoprodotto della lavorazione del caffè e cioè la silverskin che altro non è la pellicina che ricopre il chicco di caffè.

Questo tipo di attenzione da parte delle cartiere è molto importante perché aiuta poi anche noi, indirettamente, verso la scelta di prodotti finali che rispecchiano standard qualitativi alti ma soprattutto ci insegnano come anche ciò che appare un rifiuto può diventare un elemento importante in quella che è una economia circolare che, con il cambiamento climatico ormai in corso, è sempre più urgente adottare per salvare il nostro pianeta e noi stessi.

Simonetta Viazzi

Simonetta Viazzi

Sono Simonetta di A Little Bit of Paper, moglie di Graziano e mamma di Matteo.
Sono da sempre appassionata di arti creative: ho fatto il Liceo Artistico e sono laureata in Architettura.

Ho scelto di creare questo blog per farti conoscere un po’ di me e di quello che amo creare: sorprese di carta, creazioni uniche che trasmettono emozioni dimenticate e piacevoli ricordi da rivivere ogni giorno.

www.alittlebitofpaperalittlebitofme.it