Di Edy Tassi

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Mentre riflettevo sul contenuto di questo post, mi sono chiesta quante di noi, oggi, maneggiano o vedono davvero tutti i giorni la terra.

In molti casi viviamo in città, dove ci sono asfalto, pietre, ghiaia, cemento. La terra è circoscritta in zone ben delimitate, come i parchi o, nelle peggiore delle ipotesi, i vasi sui balconi. Ma anche questo tipo di terra è spesso grigiastro, coperto da ciuffi di erba, sabbietta, muschio e sembra più polvere, che altro.

Da quanto, quindi, non prendi in mano della terra? Qualcosa di denso e pastoso, che stretto nel palmo mantiene l’impronta delle tue dita?

Io ricordo che da bambina andavo in un vivaio e lì mi divertivo a giocare con la terra, scavando buchi con la paletta, mentre mia madre sceglieva la sfumatura giusta dei gerani. E nella mia mente, la terrà “vera” è rimasta quella, umida, scura, piena di vita, proprio come il nostro pianeta, che non a caso si chiama così!

La terra è ciò che ci dà il senso di appartenenza, dove affondano le nostre radici. È la distesa dei campi che aspettano di essere concimati, è il cumulo scuro nelle serre dei fioristi, è ciò che troviamo se scaviamo, lontano dalla città, magari vicino a un fiume.

E quante storie, quanti romanzi, quante avventure si sono consumate attorno alla terra. La terra da conquistare, da liberare, da vivere, da coltivare, da tramandare. La terra che diventa tesoro e valore per chi la abita.

Oggi non siamo più abituate a sporcarci di terra. I nostri figli non giocano spesso come prima con la terra. Non fanno le torte di fango, non osservano i lombrichi che si contorcono su una zolla.

Eppure, nonostante questo, dentro di noi la terra conserva una sua importanza fondamentale. Una terra metaforica magari, dove affondiamo le nostre radici emotive, una terra che può essere ricca o arida, sabbiosa o compatta. Una terra che alimenta le nostre vite, una terra che trattiene le nostre radici ma che ci lascia svettare, o al contrario, che ci blocca e ci impedisce di allontanarci, di trovare nuovi campi, prati, panorami.

Ecco perché, in questo mese, ho pensato di proporti due esercizi legati alla terra e alle radici.

 

 

Scrivi per te

Vorrei che riflettessi su come ti senti in questo momento. Ti senti stabile nel tuo terreno, ti senti avvolta, abbracciata, accudita dalla terra attorno a te, o ti senti trattenuta?

Soffermati a riflettere su come ti ha nutrita o ti nutre ancora oggi la tua terra. Da cosa è composta? In cosa affondano le tue radici? E come ti hanno condizionata, aiutata o frenata? Perché la “terra” può essere anche un concetto astratto. La tua terra può essere fatta di luoghi, usanze, persone.

La terra non è mai neutra, nemmeno in natura. C’è quella più acida, quella più basica, e questo fa crescere alberi diversi, frutti diversi.

Tu che rapporto hai con la tua?

Pensa a dove sei nata, a com’è la terra dove vivi e in che modo ti ha reso quella che sei. Sei cresciuta in armonia con essa o in contrasto? È una terra dove vivi con gioia o dalla quale vorresti scappare? E le tue radici, sono profonde o fragili?

Prova a fare mente locale per portare a galla il tuo rapporto con essa e per capire di più chi sei. Poi cristallizza i tuoi pensieri sulla pagina, cerca di trasformare la tua terra metaforica in qualcosa di concreto.

 

Scrivi per gli altri

Stai scrivendo un romanzo? Fantastico!

Scrivere ci permette di scegliere i luoghi in cui far vivere i nostri personaggi, cosa che, nella vita reale, non sempre capita.

E quindi, dov’è ambientato il tuo romanzo? In che zona? Sai perché l’hai scelta?

Forse lo hai fatto in modo istintivo, senza pensarci. Forse l’hai scelta perché ti affascinano i suoi panorami, o forse perché ti è famigliare, o perché si presta a contenere ed esaltare la storia che vuoi raccontare.

Ma forse non ne conosci davvero la terra. Che colore ha? Che caratteristiche ha?

Se non ci hai mai pensato, prova a documentarti. E se non è troppo lontano da te, prova ad andarci, per osservare le sfumature del suolo. Che tipo di terreno trovi? Che tipo di popolazione ci vive? Ti sembra che ci sia una correlazione tra quel suolo e quelle persone?

Istintivamente penso al suolo della Sardegna e ai volti dei sardi, che sembrano uno lo specchio degli altri.

Analizza la terra, falla scorrere tra le dita e immagina com’è chi vive lì, assorbi la sensazione della terra e riportala nel tuo romanzo. Se la storia è ambientata in città, come ti immagini la terra sotto tutto quel cemento e quei palazzi? Cosa fa, nascosta e misteriosa? Impugna le fondamenta? Sostiene?

Scoprire la terra, spesso è un modo per scoprire la vita che si sviluppa sopra di essa e sono sicura che questa consapevolezza arricchirà molto la tua scrittura!

 

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Letture color terra

 

Per questo mese ho scelto tre letture che profumano di terra: un classico che più classico non si può, il romanzo di un’amica ambientato in una terra magica e il memoir dedicato a un personaggio che ha fatto la storia.

 

VIA COL VENTO

di Margaret Mitchell

Trad. E. Piceni e A. Salvatore

Arnoldo Mondadori Editore

Come non citare una storia che nasce e ruota attorno alla terra? Tara è il bene più grande per Rossella, che è disposta a sacrificare tutto e a fare di tutto pur di non perderla. Sullo sfondo, la Guerra di Secessione, che si combatte nei campi, sulla terra, scavando buchi, solchi e voragini. Un romanzo che tutte conosciamo e che parla del valore della terra e delle proprie radici.

 

IL LEONE DI ROMA

di Adele Vieri Castellano

Amazon Publishing

Una storia d’amore ambientata ad Alessandria d’Egitto, dove la terra assume la consistenza della sabbia, sfuggente e insidiosa, o quella delle rive del Nilo, limacciosa, fertile e ambita. Una terra che mette alla prova la lealtà e il coraggio degli uomini che vogliono difenderla o conquistarla.

 

GOOD MORNING, MR MANDELA

di Zelda La Grange

Trad. Edy Tassi

Edizioni Piemme

Un memoir scritto dalla segretaria di Nelson Mandela. La storia di un uomo grande, in una terra altrettanto grande e difficile come l’Africa, con i suoi panorami mutevoli, il suolo ricco e allo stesso tempo poverissimo. Dalle coste frastagliate e ventose, alle savane aride. Parlare di Africa significa parlare di terra, di radici e di destini spesso inevitabili.

 

Ci vediamo il mese prossimo, con tante altre Pagine a colori.

Edy

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Edy Tassi

Vivo vicino al lago di Como, ma dalla mia finestra vedo le cime del Monte Rosa. Sono una traduttrice e un’autrice. Ho tradotto più di settanta libri per Piemme, Feltrinelli, Kovalski, Morellini e Harlequin Mondadori. Ho pubblicato due romanzi rosa con Harlequin Mondadori, una commedia romantica con HarperCollinsItalia e una serie di romanzi dedicati alla danza con EmmaBooks. Sono appassionata di manuali e ne ho scritto uno io stessa, intitolato “Scrivere Rosa”. Credo nella magia dei libri e mi piace aiutare le donne a raccontare il tesoro di storie che hanno dentro di sé con i consigli e i servizi che offro sul mio sito.

Ho un marito e due figlie ai quali cerco pazientemente di insegnare che quando sono seduta sul divano con un libro in mano… sto lavorando! (Quasi sempre, almeno)